Teoria monetaria moderna e teoria fiscale postmoderna

Teoria fiscale postmoderna

di Chris Cook , Financial Times –  24 febbraio 2012

Il testo seguente è dell’ospite Chris Cook, membro ricercatore anziano dell’Institute for Security and Resilience Studies all’University College di Londra. Il suo lavoro è concentrato su una nuova generazione di mercati collegati in rete che, secondo Chris, saranno necessariamente disintermediati, aperti, decentrati e, perciò, resilienti.

Facendo seguito all’impennata di interesse per la Teoria Monetaria Moderna (MMT) sono stato tanto imprudente da commentare che l’intuizione centrale della MMT – che la moneta a corso forzoso sia uno strumento creditizio che alla fine si basa sul potere del governo di imporre tasse – sia resa confusa da dispute su quale sia concretamente la base corretta della tassazione o, in realtà, se addirittura una tassazione debba esserci.

Il blog Alphaville del Financial Times mi ha invitato a fornire un testo sulla ‘Teoria Fiscale Moderna’ che io ho suggerito. Ma ho deciso di andare più in là e di documentare la mia idea che in un mondo di collegamenti diretti il Tesoro non è più necessario, come intermediario del credito, di quanto lo sia la Banca.

La Teoria Fiscale Postmoderna guarda all’economia collegata in rete, decentrata e disintermediata che emerge rapidamente dalle macerie dell’ottobre 2008.

Lo Zen e l’arte dell’economia

Comunque che cos’è il Valore?  Secondo J.A.Wheeler “la realtà è definita dalle domande che le si pongono.”

Secondo me il Valore è definibile soltanto in termini relativi, facendo riferimento a un’unità di misura o a un’unità di conto convenzionale. L’unità di misura convenzionale è simile a un metro come unità di misura standard di lunghezza e a un chilogrammo come unità standard di peso.

Quali sono le fonti o le basi del Valore? La mia analisi è la seguente.

Localizzazione – spazio tridimensionale:  risorsa rivale immateriale, effettivamente finita;
Energia – materiale o immateriale, statica o dinamica – un insieme di risorse rivali finite (non rinnovabili) ed effettivamente infinite (rinnovabili);
Intelletto – (i) soggettivo, ovvero quel che sta tra le due orecchie, compresa la conoscenza, le competenze, l’esperienza, l’intuizione, i contatti, il senso pratico e così via, e (ii) oggettivo: schemi o dati energetici, indipendenti dalla localizzazione, e soprattutto … risorsa infinita e non rivale.

Localizzazione, Energia e Intelletto non rivale sono beni produttivi soggetti ai diritti di proprietà e di utilizzo. Da quando la schiavitù è stata abolita, gli individui produttivi non possono essere oggetto di proprietà, ma possono sottoporsi a obbligazioni, come i debiti. Più in tema, possono contrattare l’utilizzo della loro Manodopera (energia, o Lavoro non
qualificato) e il valore d’uso dell’Intelletto soggettivo (Lavoro qualificato) con cui mettono in uso la propria energia nel modo migliore.

Ritorno al futuro

Lo strumento finanziario che sosterrà quello che Gillian Tett chiama un “Volo verso la semplicità” risale a molte centinaia se non a migliaia di anni fa. La sua stessa esistenza sostiene la causa della MMT ed è stata nebulizzata via dalla storia economica per oltre cento anni.

Per circa 500 anni i sovrani hanno finanziato le loro spese consegnando, in cambio dei valori ricevuti, un “Titolo” ai fornitori e agli investitori. Tale titolo – che assunse la forma di metà di un regolo di misura di legno (tally stick) – poteva essere restituito al ministero delle finanze in regolamento di obblighi fiscali. Non si trattava di una ricevuta di, ad esempio, oro tenuto in custodia o di un valore ricevuto; il titolo era, ed è tuttora, un pagherò o strumento creditizio (i titoli sovrani [documenti dai margini dorati] sono uno strumento creditizio datato).

La stessa espressione “tasso di ritorno” [oggi intesa generalmente come ‘redditività’ – n.d.t.] deriva dal tasso al quale il titolo può essere restituito all’emittente e tale tasso dipende all’esistenza, e dal tasso, di circolazione del valore. Creando una nuova generazione di titoli dalla circolazione di valore derivante dalla popolazione produttiva e dai beni produttivi, ad esempio il valore di rendita, o il valore energetico, possiamo rifondare completamente il credito e la moneta e consentire investimenti patrimoniali paritari diretti (“Peer to Asset”) e credito paritario diretto (“Peer to Peer”).

Come ha detto Minsky: “Qualsiasi entità economica può emettere moneta. Il vero problema è farla accettare.”

La legge è il codice

Una nuova generazione di codice legale sta ora emergendo: o, piuttosto, sta riemergendo in forma moderna un codice antico. Accordi normativi unilaterali imposti dallo “Stato di diritto” anglosassone per gestire rapporti conflittuali sono sostituiti da semplici accordi consensuali mirati a un fine comune. Questa è prassi normale a est di Suez; la battuta si
basa sul fatto che ci sono tanti lottatori di Sumo negli Stati Uniti quanti avvocati ci sono in Giappone.

Il tema e l’accettazione di una nuova generazione di Titoli o monete richiedere un tale accordo consensuale – un contesto di fiducia – all’interno del quale interagiranno i vari interessati. Uno dei risultati chiave è che gli intermediari passeranno al nuovo ruolo di fornitori di servizi.  Per gli scettici, puntualizzo innanzitutto che la disintermediazione è già in corso. Uno dei motivi dell’attuale bolla dei prezzi delle materie prime è che le banche non dispongono più del capitale per intermediare i rischi di mercato e hanno convinto investitori avversi al rischio a farlo su vasta scala. Le banche realizzano utili sostanziosi da un capitale minimo, dimostrando che la disintermediazione è effettivamente nel loro interesse finanziario.

Secondo: i P & I Clubs [Protection & Indemnity Club – Associazioni in generale mutue di assicurazione (Protezione e Indennizzo) prevalentemente nel campo dei trasporti marittimi – n.d.t.] con sede a Londra hanno a lungo assicurato mutualmente e assunto rischi in associazione che gli intermediari assicurativi non sono disponibili o non sono in grado di
assumere e per 135 anni un fornitore di servizi, la Thomas Miller, ha amministrato questi club e i relativi rischi.

Un parametro energetico

Anche se in futuro assisteremo a credito basato sulle persone e a monete basate su beni, resta il problema di quale unità convenzionale di conto debba essere utilizzata per dare un prezzo agli scambi di valore.

Una unità di energia è l’unico assoluto e allo stesso modo in cui i tappeti non sono misurati in anni luce o in unità angstrom, l’ “Unità Energetica Standard” dovrebbe essere relativa all’esperienza quotidiana, ad esempio l’equivalente energetico di 10 kilowattora. Si noti che questa unità di conto non è la stessa cosa della moneta basata sull’energia che può evolversi ed essere scambiata con riferimento al parametro.

Prevedo due grandi tendenze parallele.

La prima: soluzione dell’insostenibile debito ipotecario (basato sulla proprietà immobiliare) con il passaggio a una nuova generazione di titoli basati sui valore di rendita in uno scambio debito/capitale su vasta scala.

La seconda: transizione a un’economia sostenibile attraverso investimenti diretti in ‘Titoli energetici’ e il Grande Affare del ventunesimo secolo sarà costituito dallo scambio del valore intellettuale con il valore dell’energia risparmiata: NegaWatt e NegaBarili.

L’adozione di uno Standard Energetico conduce a nuovi calcoli che costituiscono la base di tutte le decisioni economiche. L’Economia del Dollaro diventa l’Economia dell’Energia.

Da Socialforge, un laboratorio di creazione sociale
www.socialforge.org
Originale: http://ftalphaville.ft.com/blog/2012/02/24/896381/guest-post-post-modern-fiscal-theory/
Traduzione di Giuseppe Volpe
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