Open Source Ecology, Quattro anni di progetti in quattro minuti

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=pOGg_uQjvvw]

di Lucia Galasso, Evoluzione culturale   – 20 agosto 2011

(…) Leggendo La Repubblica del 17 agosto 2011, a firma di Jaime D’Alessandro, mi imbatto in un articolo che mi colpisce subito dal titolo “Turbine, trattori e pannelli solari, il kit per una civiltà in miniatura”. Scopro così che esiste l’Open Source Ecology, figlia di quella filosofia di condivisione e miglioramento della conoscenza che è l’Open Source nata dapprima in ambito informatico e poi editoriale (e ora declinata in varie realtà).

L’open Source Ecology è una rete di agricoltori, ingegneri e sostenitori che ha come scopo la creazione di una comunità autosufficiente ed eco-sostenibile. Dal fabbisogno alimentare alla costruzione di trattori e stampanti 3D, tutto è progettato per essere fatto da sé.

Il fondatore è un giovane fisico statunitense, Marcin Jakubowski, classe 1973 (bell’annata il 1973), laureatosi a Princeton con dottorato in fisica all’Università del Wisconsin. Nel 2003 Jakubowski ha deciso che l’agricoltura era la sua vera vocazione, il motivo di questo cambio di rotta risiede in un singolo avvenimento che lui descrive così: «Mi trasferii in Missouri comprando una fattoria e acquistai un trattore ma si ruppe. Allora lo riparai e si ruppe di nuovo, finché alla fine non avevo più soldi per andare avanti. Poter accedere a strumenti low cost fatti con materiali riciclabili e pensati per durare una vita e non una manciata di anni è vitale. Ed è esattamente quello che ho fatto: progettare quel che davvero mi serviva, condividendolo online».

Da qui l’obiettivo di dare vita a comunità autosufficienti, eco-sostenibili e a basso costo; senza per questo rinunciare alle comodità della nostra società contemporanea (come dice quella famosa pubblicità? Il lusso è un diritto di tutti). Una possibile via da intraprendere per una decrescita consapevole.

Il primo passo è portare a termine entro il 2012 il Global Village Construction Set, un enorme laboratorio a cielo aperto in cui vengono assemblati 50 macchinari ritenuti necessari per regalare, partendo da zero, una vita senza rinunce a circa 200 persone. Strumenti essenziali come il trattore o il gruppo elettrogeno, il forno e l’automobile, passando per la turbina, i pannelli solari, la macina, il laser di precisione, la pressa per produrre circuiti stampati, la betoniera, l’altoforno. Tutto assemblabile a prezzi stracciati rispetto a quel che offre il mercato, e in più con alcuni requisiti innovativicome fa notare Eugenio Minucci di Alternativa Sostenibile:

  • si utilizzano materiali a basso costo (una macchina industriale di questo tipo costa otto volte meno di una sua equivalente sul mercato);
  • si persegue una logica modulare nella progettazione (un motore, ad esempio, è predisposto per essere assemblato su diverse macchine)

Di ogni macchinario vengono prodotti almeno tre prototipi testati meticolosamente per poi arrivare alla versione definitiva. Che, su richiesta, può esser acquistata da altri agricoltori.

Nel frattempo il verbo del vivere e produrre in maniera diversa viene diffuso via Web. Lo stile di assemblaggio del Global Village Construction Set è pensato per un facile utilizzo, anche lì dove le risorse e le competenze sono scarse. L’uso dei modelli è infatti semplice da imparare, e la possibilità di consultare online i progetti lo rende ancora più approcciabile. Così il reperimento delle risorse (umane e materiali) sul territorio ha un duplice beneficio: economico e di sostenibilità, dando modo alle persone che lo vivono di potenziare le abilità che le rendono autosufficienti proprio sulla base di quella reciprocità che è alla base della socialità primaria, della famiglia, del vicinato e delle reti relazionali.

Il progetto di Jakubowski, si rifà in qualche modo al Nai Talim – l’educazione pratica all’autonomia – di Gandhi, il cui scopo era di soddisfare i propri bisogni grazie alle conoscenze dei saperi e del saper fare necessari a padroneggiare le tecniche di fabbricazione degli oggetti di uso quotidiano, in modo tale che tutti possano avere un livello di vita soddisfacente.

Di riflessione in riflessione mi è venuto in mente questo passaggio preso dal libro di Serge Latouche “Come si esce dalla società dei consumi”:
“[…] Proseguendo su questa strada, Ingmar Granstedt propone la creazione di laboratori vernacolari con attrezzature sofisticate miniaturizzate. Per il tessile, per esempio ‘si potrebbero raggruppare le operazioni di filatura, di stiramento e di tessitura in un’unica piccola macchina delle dimensioni di un armadio, che potrebbe essere collocata in laboratori vernacolari ed essere messa a disposizione degli abitanti del quartiere. […] Lo stesso vale per le macchine per il riciclaggio della carta, di cui esistono già esemplari abbastanza piccoli e semplici da poter essere trasportati su richiesta e affittati a settimana. A una macchina di questo tipo, collocata nel quartiere o nel comune, potrebbero essere aggiunte taglierine, aggraffatrici e incollatrici, in modo che la gente possa fare da sola blocchi e quaderni. Si potrebbe poi aggiungere una fotocopiatrice e altro materiale semplice da riproduzione’. Sulla linea dell’idea dei “villaggi urbani” di Yona Friedman, la società autonoma sarebbe costituita da una molteplicità di comunità geografiche, ciascuna con un proprio centro e un insieme completo di attività diversificate, nelle quali l’esistenza e le relazioni quotidiane ridiventerebbero umane. Il risultato di questa deindustrializzazione, realizzata grazie a strumenti sofisticati ma conviviali, sarebbe la prova che si può produrre diversamente e che la parte della produzione realizzabile in autonomia, pur non essendo totale, è comunque enorme”, pur non essendo totale, è comunque enorme
”.

Il passo successivo? I FAB Lab creati da Neil Gershenfeld, laboratori di fabbricazione personale. Luoghi in cui invece di comprare o ordinare un prodotto è possibile scaricare o sviluppare la sua descrizione , fornendo all’utente il progetto e le materie prime per farselo da sè. Si parte dalla tecnologia per tornare al lavoro artigiano, non a caso il libro di Gershenfeld inizia così “C’era un tempo in cui educazione, industria e arte erano integrate nel lavoro dell’artigiano del villaggio…

Insomma, questo è il nostro futuro: la fabbricazione in proprio di qualsiasi oggetto d’uso comune come terreno per restaurare i rapporti familiari e sociali, riappropriarsi del tempo libero, liberarsi dal consumismo.

Il Financial Times parla della moneta a scadenza

In un articolo del 15 agosto 2011 sul blog Alphaville nel Financial Times viene data questa notizia:

Neal Soss of Credit Suisse has a note out Monday that speculates about the potency of a few ideas not mentioned by the Fed — but which he thinks could become necessary if fears of a double-dip prove valid and the US economy falls through a trap door into a Japanese deflationary period.

(…..)

Issuing money that depreciates in value over time to spur consumption

Willem H. Buiter, formerly of the European Bank for Reconstruction and Development, coauthored a  paper with the Bank of England’s Nikolaos Panigirtzoglou on liquidity trap solutions. They argued,  “Once in a liquidity trap, there are two means of escape. The first is to use expansionary fiscal policy. The second is to lower the zero nominal interest rate floor. This second option involves paying negative interest on…coin and currency, that is ‘taxing money’, as advocated by Gesell.”

An admittedly simplified way to described the latter scheme is that the monetary authority issues money that, by design, loses its value over time, thereby encouraging spending. The basic idea was advocated in the late nineteenth century by economist (and anarchist) Silvio Gessel, who believed economic downturns were aggravated by wealthy individuals hoarding cash.

Interestingly, this strategy already has been tried on a small scale in parts of the Eurozone. For example, a community currency called the  chiemgauer was introduced in Bavaria, Germany, in 2003, with the intention of promoting local commerce. The chiemgauer is designed to lose 2% of its value every quarter. It has to be “topped up” every three months by purchasing a coupon.

According to a  July 13, 2010 program on National Public Radio (NPR), this “microcurrency” is now accepted by “more than 600 regional businesses — from drugstores to architects…The chiemgauer is not backed by federal or local governments, though some banks are offering loans and checking accounts in the currency.” It is estimated that the chiemgauer circulates three times more rapidly than the euro. Retail chains in the US have experimented along these lines, too. Several drugstore chains reward customers’ purchases of selected items with “money” coupons good for the next purchase at the same store and, critically, good only for a specified period of time. Anyone who has gotten one of these will appreciate the temptation to go back to the store promptly, and buy something!

Terra TRC

This paper will examine The Terra Trade ReferenceCurrency (Terra TRC, hereafter referred to in shorthand as Terra)—a supra-national complementary currency initiative, intended to work in parallel with the current international monetary system to provide an effective mechanism by which to readress important such global issues.

 

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Debitocrazia, il film

“Debitocrazia” è un documentario greco di Katerina Kitidi e Aris Chatzistefanou,  prodotto grazie alle donazioni dei cittadini in rete.  Il film individua le cause della crisi economica greca e mondiale e propone soluzioni che vengono occultate dai governi e dai media dominanti.  (video con sottotitoli in italiano)

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Open Source Ecology, Costruzione del Villaggio Globale: I mattoni

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Marcin Jakubowski: Progetti open source per la civilizzazione. Con l’uso di wiki e della produzione digitale di strumenti, Marcin Jakubowski, uno dei membri di TED, rende open source i progetti di 50 macchine agricole, permettendo a chiunque di costruire il proprio trattore o mietitrice. Ed è solo il primo dei passi in un progetto per redigere un set di istruzioni per un intero villaggio auto sostenibile (con un costo iniziale di 10.000 dollari).

Open Source Ecology, macchinari open source per costruire una civiltà

Cos’è Open Source Ecology? Utilizzando un wiki e strumenti fabbricazione digitale, Marcin Jakubowski ha realizzato cinquanta progetti open source di macchine agricole, consentendo a chiunque di costruirsi da zero il proprio trattore o una mietitrice. Questo è solo il primo passo di un progetto che ha l’obiettivo di scrivere un set di istruzioni per realizzare ovunque nel mondo, un intero villaggio autosufficiente al costo di partenza di diecimila dollari. Open Source Ecology è una rete di agricoltori, di ingegneri e di donatori che ha creato e immaginato il “Set di costruzione del Villaggio Globale”, una piattaforma tecnologica “open source”, a basso costo e ad alta resa. Questa è stata fatta per permettere la costruzione artigianale di macchinari industriali necessari alla creazione di una civilta durevole con tutti i comfort moderni. Il Set  facilita l’entrata nell’agricoltura, la costruzione e la fabbricazione artigianale. E’ come un Meccano a taglia umana costituito di pezzi modulari che permettono di creare un’economia diversificata.

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Open Source Ecology, Marcin Jakubowski @ TED

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Cos’è Open Source Ecology? Utilizzando un wiki e strumenti fabbricazione digitale, Marcin Jakubowski ha realizzato cinquanta progetti open source di macchine agricole, consentendo a chiunque di costruirsi da zero il proprio trattore o una mietitrice. Questo è solo il primo passo di un progetto che ha l’obiettivo di scrivere un set di istruzioni per realizzare ovunque nel mondo, un intero villaggio autosufficiente al costo di partenza di diecimila dollari. Open Source Ecology è una rete di agricoltori, di ingegneri e di donatori che ha creato e immaginato il “Set di costruzione del Villaggio Globale”, una piattaforma tecnologica “open source”, a basso costo e ad alta resa. Questa è stata fatta per permettere la costruzione artigianale di macchinari industriali necessari alla creazione di una civilta durevole con tutti i comfort moderni. Il Set  facilita l’entrata nell’agricoltura, la costruzione e la fabbricazione artigianale. E’ come un Meccano a taglia umana costituito di pezzi modulari che permettono di creare un’economia diversificata.