DynCarpooling

DynCarpooling è una ipotesi di applicazione software dedicata alla gestione del carpooling dinamico.

Il carpooling, secondo la definizione di Wikipedia, un termine inglese traducibile come “auto di gruppo”, una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto. È uno degli ambiti di intervento della mobilità sostenibile. Uno o più dei soggetti coinvolti mettono a disposizione il proprio veicolo, eventualmente alternandosi nell’utilizzo, mentre gli altri contribuiscono con adeguate somme di denaro a coprire una parte delle spese sostenute dagli autisti.

Normalmente il carpooling è da intendersi come un sistema statico, ovvero vi è una differenza temporale tra il contatto e l’effettivo “passaggio” sull’auto del carpooler offerente. Infatti la maggior parte dei sistemi consistono in un database web in cui vi sono offerte di percorsi da parte di individui proprietari di auto, che – per mezzo del sistema – possono essere contattati da individui sprovvisti di auto per formare l'”equipaggio” del carpool.

Il carpooling dinamico è invece la formazione “istantanea” dell’equipaggio di viaggio, una sorta di autostop mediato da tecnologia. Vediamo come potrebbe funzionare un sistema di carpooling dinamico:

Il DynCarpooling usa una delle caratteristiche del sistema di telefonia mobile GSM: la localizzazione per mezzo delle celle. In pratica essendo in possesso di un semplice telefonino è possibile simulare le funzioni di autolocalizzazione di un navigatore GPS, cioè fornire la propria posizione georeferenziata con un approssimazione minore rispetto a quella GPS. Un esempio di applicazione è la funzione “My Location” nella recente versione di Maps Mobile.

La possibilità di essere localizzati via cellulare potrebbe permettere la costruzione di un database interrogabile dinamicamente: sia gli utenti interessati a ricevere un passaggio (“passeggeri”) che quelli interessati a dare un passaggio (“autisti”) potrebbero essere registrati su un database (per esempio con interfaccia web) che permetta l’accesso via SMS. Sia la registrazione iniziale, che l’inserimento dei percorsi, che le richieste di passaggi potrebbero essere fatte via SMS.

Ipoteticamente un passeggero dotato di telefonino, che si trova per strada via SMS potrebbe quindi indicare al sistema la sua posizione di partenza (“in questo momento sono su Via XXX”), la sua richiesta di posizione di arrivo (“voglio andare in Via YYY”) e chiedere se ci sono potenziali autisti interessati a dargli un passaggio (“dimmi tutti gli utenti iscritti al servizio che vanno a Via YYY”). Gli utenti autisti nel momento in cui si mettono in viaggio avranno invece inserito via SMS la via di partenza e la via di arrivo del proprio itinerario.

Il sistema quindi confronta la via inserita dal passeggero con le vie in cui sono posizionate ad un dato momento i telefonini degli utenti autisti presenti in quel momento in città, per individuare l’utente autista più vicino che ipoteticamente abbia un itinerario che preveda il passaggio per la Via YYY. Il calcolo dell’ipotesi di passaggio è effettuata dal sistema attraverso il calcolo di un itinerario tipo dalla via di partenza alla via di arrivo degli utenti autisti attraverso un sistema di navigazione GPS.

Il sistema quindi provvede ad inviare un SMS al passeggero ed all’autista, fornendo una via ed un numero civico per l’appuntamento, che sia vicina alla posizione del passeggero e che sia lungo l’itinerario ipotetico dell’autista.

I due utenti quindi inviano SMS di conferma e si incontrano. Se è previsto, il passeggero accredita un importo concordato in traffico telefonico sul cellulare dell’autista.

Trasporto pubblico locale, gratis è possibile!

  • Ci hanno fatto credere che i trasporti pubblici locali (bus,metro, treni locali) fossero come qualunque altro servizio, qualcosa che bisognava pagare per ottenere.
  • Ci hanno fatto credere che mai ci sarebbe potuto essere un trasporto gratuito dato che bisognava pagare gli stipendi, il carburante, i mezzi, ecc..
  • Ci hanno fatto additare (si fa per dire, spero) come ladri, coloro che per scelta o bisogno non pagavano il biglietto.
  • Ci hanno fatto considerare normale che si dovesse pagare e che ci dovessero essere dei controllori col potere di farci le multe.
  • Ci hanno messi gli uni contro gli altri: lavoratori pendolari contro lavoratori dei trasporti, senza un reale motivo.
  • Ci hanno fatto credere che facendoci rimbambire dalla pubblicità dentro e fuori i mezzi di trasporto, avremmo pagato di meno.

Nel resto del mondo invece tantissime città, senza grande clamore, offrono servizi di trasporto gratuiti a tariffa zero da anni e anche da decenni, e non lamentano certo buchi nel bilancio..

Basta andare a leggersi i LORO bilanci, a spulciare tra le LORO leggi, e ad analizzare le LORO dichiarazioni per capire che NON c’è assolutamente nulla di vero nella necessita’ di pagare un biglietto per sovvenzionare il servizio!

Infatti, studiando i bilanci delle aziende di trasporto locale, abbiamo individuato il loro segreto di pulcinella: che il finanziamento del trasporto locale viene, in base al DL 422/97, fissato in ratio 0,35 tra contratto di servizio (soldi dal Comune, Regione, ecc.) e ricavato dai biglietti.
La scoperta interessante è che questo 35%, che poi scende al 30%, nella pratica serve SOLO a pagare la struttura di gestione del pagamento dei biglietti (appaltatori di tecnologie di controllo, vigilantes, software houses, controllori dei biglietti, tabaccai che vendono i biglietti, fisco) e null’altro!

Diciamolo pure a voce alta: oggi il bus/metro/treno già te lo paga lo Stato, tu col tuo biglietto paghi solo i controllori che te lo controllano e coloro che ci mangiano sopra!

Paghiamo il biglietto solo per pagare i controllori che ce lo controllano!

E’ proprio così, un trasporto pubblico gratuito, e quindi senza la necessità e il peso della struttura di controllo e vigilanza sul pagamento dei titoli di viaggio sarebbe, con lo stesso contratto di servizio, e quindi lo stesso sforzo da parte delle amministrazioni locali (e delle tasse dei contribuenti) gratuito, più efficiente, e sopratutto possibile

Del resto che il re è nudo pare lo sappiano anche in Trenitalia.

Nell’ articolo pubblicato dal Corriere della Sera Roma domenica 13 febbraio 2005, l’allora presidente Gianfranco Legitimo afferma che i treni locali più profittevoli sono quelli vuoti.

Ricordiamoci che il costo di un viaggio è pagato per un terzo dal passeggero e per due terzi attraverso il contratto di servizio con la Regione. Un treno vuoto ha dunque ricavi assicurati per due terzi, non ha bisogno di pulizia, il personale di bordo non serve e nessuno se ne lamenta. Un treno stracolmo invece è un guaio… e aggiunge Insomma un treno sovraffollato non è un buon affare per nessuno, e se succede è solo perchè il numero di chi ci vuole salire è superiore a quello dei posti a sedere disponibili. Se per fare un esempio, tra le 7 e le 8 del mattino, in una linea regionale, riescono a passare al massimo tre treni, e se questi tre treni contengono in tutto 2000 persone, e se su quei treni vogliono salire 2400 passeggeri, è chiaro che 400 persone resteranno in piedi. fonte

Un trasporto pubblico gratuito avrebbe molti piacevoli effetti collaterali:

  • Libererebbe le nostre città da molto smog: infatti per una semplice ragione di tasca moltissimi si sposterebbero con i mezzi lasciando l’auto a casa
  • Ci libererebbe dal traffico caotico delle ore di punta.
  • Favorirebbe la convivialità e una dimensione di vita più umana, che quella del viaggiare in scatolette fumanti.
  • Permetterebbe un enorme risparmio di petrolio, di cui il nostro paese è importatore e i cui venditori hanno le mani macchiate di molto sangue.
  • Sarebbe una forma efficace di redistribuzione della ricchezza, un surrogato di reddito di esistenza.

Che aspettiamo a esigere la gratuità del trasporto pubblico locale?

Dovremmo chiedere l’ abrogazione della legge 422/97 (che comunque non sono sicuro che si applichi a servizi gratuiti, dato che in molte altre città di nazioni appartenenti alla CE, come la Francia e la Germania, i bus sono gratuiti su tutta o parte della linea) e la gratuità del servizio agli utenti, senza alcun ulteriore onere da parte del fisco.

Il caso dell’ ATAC di Roma

I dati di bilancio parlano chiaro. Per azzardare qualche ipotesi di lavoro, poichè non avevamo modo di fare questo controllo rigoroso, al momento abbiamo solo fatto una *stima* a spanne, quindi con un errore elevato, dei dati disponibili in rete: il bilancio 2003 dell’ATAC.

Ce da notare che l’ ATAC è il peggiore esemplare per dimostrare la tesi summenzionata, dato che:

  • Roma è una metropoli, quindi i servizi pubblici sono l’ unico mezzo a disposizione di chi non guida (vecchi, bambini, migranti, che pagano l’abbonamento mensile/annuale)
  • l’elevato turnover di turisti (che pagano il biglietto) modifica la ratio tra utente/biglietto in modo considerevole verso la quota-biglietto.

Allora, analizzando il bilancio ATAC viene fuori che dalla vendita di titoli di viaggio (tdv) si ricavano solo 176M di euro,mentre il grosso delle entrate è costituita dal contratto di servizio che nel 2003 ammontava a 354M di euro + 21M di euro in mezzi comprati da enti + pubblicità.

Ora la domanda è quanti di questi 176M sono necessari a coprire i costi di gestione dell’infrastruttura?

Beh, difficile a dirsi senza avere i dati in dettaglio del personale e dei costi delle controllate METRO e TRAMBUS, ma anche quì possiamo ipotizzare. Nel 2003 sono state comprate (prima erano in outsourcing) macchinette obliteratrici, e diritti software, per i biglietti per una cifra di 22M + 9M di diritti software e 3,3M di licenze (che probabilmente comprendono anche software per i pc dell’amministrazione, ma sorvoliamo..). Le agevolazioni comportano una diminuzione di SOLI 10M, una briciola che non giustifica quindi il vittimismo delle aziende, idem per l’ evasione , stimata in 3M euro , praticamente i soldi buttati nelle SOLE licenze software!

Pensateci un attimo, si mantiene una struttura di riscossione dal costo enorme solo per cercare di recuperare 3M , quanto si spende (si butta? bisognerebbe vedere..) per le licenze software con un recupero effettivo di meno di 200.000 euro (il costo aziendale di 5 controllori ) !!!!!

Grande efficienza di gestione non c’è che dire! Facciamo quindi 2 conti, forzatamente spannometrici, ma che danno un idea di quanto succede:

  • macchinette obliteratrici (22M, ok è un una tantum, ma non ci scommetterei)
  • software + licenze + diritti 9M +3.3M = 12.3M
  • personale controllori (saranno un centinaio?)
  • vigilanza e presidio stazioni 24h (facciamo 500 persone? buona parte vigilantes privati?)
  • manutenzione macchinette obliteratrici
  • stampa biglietti
  • macchinette di vendita biglietti pubbliche
  • somme da pagare agli esercenti venditori di biglietti (ipotizziamo un 10%?)
  • tasse

Se non si arriva al pareggio dei 176M , ci manca poco. L’ obiezione che fa leva, demagogicamente sul futuro dei lavoratori (controllori) è errata dato che a quanto pare i dipendenti sono quasi sempre costretti a fare straordinari forzati e quindi c’ è di fatto carenza di personale (e non crediamo solo autisti). D’altra parte le spese per quel personale probabilmente non superano quanto si è buttato per i diritti software! E scavando nei bilanci chissà cosa si scopre!

Ampliamenti e coperture

Di soluzioni per coprire finanziariamente ampliamenti, miglioramenti del servizio, e eventuali buchi di cassa imprevisti :

  • un aumento delle tasse generiche ai negozianti, che sono quelli che si avvantaggiano della presenza di gente in città.
  • pagamento a forfait di una “tassa di mobilità” da parte dei datori di lavoro da calcolarsi in base al numero di dipendenti (gli spostamenti per lavoro sono tantissimi…ed è giusto che siano le imprese ad assumersene i costi!!). L’importo della tassa potrebbe essere legato ai tempi di raggiungimento del posto di lavoro da parte dei dipendenti: maggiore tempo, maggiore tassa.
  • tessera integrata turisti per musei con parte del costo che va all’ente gestore del servizio TPL
  • ulteriore sforzo da parte del Comune/Regione che sicuramente otterrebbe vantaggi da un trasporto gratuito, innanzitutto ecologici. Quindi non è eretico dire che i trasporti pubblici gratuiti sarebbero il maggiore incentivo ecologico pensabile e fattibile oggi in un solo colpo, senza costi aggiuntivi, tramite un semplice atto politico , come è norma.
  • introduzione di un ticket di ingresso alla città per i mezzi privati (sul modello di Londra, Inghilterra). Il ticket potrebbe essere strettamente legato al servizio di trasporto, per esempio correlandone l’aumento dell’importo all’aumento in efficienza dei tempi di percorrenza e capillarità del collegamento della rete dei trasporti su base annuale: più aumenta la qualità del servizio pubblico, più aumenta il ticket; più aumenta il ticket, più la gente è incentivata ad usare il trasporto pubblico.

Cosa succede all’ estero

  • Tantissime città, più di 15 ad oggi hanno un sistema di trasporto esteso a tutta la città , totalmente gratuito.
  • Almeno altre 27 realtà metropolitane, anche grosse, hanno parte della rete ad uso gratuito, o orari in cui non si paga per salire sui mezzi.

Ed in Italia

  • Dario FO, nel programma presentato per candidarsi alle primarie come Sindaco di Milano, aveva previsto i trasporti locali gratuiti facendo proprio il meme diffuso da Socialforge.

Riferimenti