La moneta locale lombarda? In realtà è una cosa seria

di Dario Ronzoni, Linkiesta – 04/12/2012

Una moneta locale per la Lombardia? La proposta, presentata dal vicepresidente della Regione Andrea Gibelli, della Lega, è seria. Un workshop tecnico, per discutere sulla stretta del credito alle imprese. Sperando che nessuno ci voglia mettere il cappello. Come spiega il professor Luca Fantacci, presente all’incontro.

L’annuncio è curioso: in Regione, si discuterà dell’arrivo del Lumbard, la moneta locale per la Regione Lombardia. La cosa, vista da lontano, sembra un’estemporanea trovata di stampo leghista. È presentata al Palazzo della Regione dal vicepresidente leghista Andrea Gibelli (con apertura dei lavori affidata al governatore, Roberto Formigoni) e consisterebbe in una moneta parallela all’euro, per «trattenere il 75% delle risorse» nella regione. Un antico adagio leghista, che corrisponde a un’antica battaglia mai vinta davvero. Non è che vogliono metterci il cappello?

In realtà, sullo fondo, ci sono fondamenta teoriche. L’incontro è un workshop che, come racconta il professore Luca Fantacci, docente di Scenari economici internazionali all’Università Bocconi e Distinguished Visiting Fellow presso il Christ’s College di Cambridge, oltre che collaboratore de Linkiesta, vuole discutere alcune ipotesi.

Professore, che cos’è il “lumbard”?
È un’ipotesi, e una delle altre, che verranno presentate e discusse al workshop di domani. Si tratta di un incontro, abbastanza tecnico (e non politico) in cui si analizzano gli scenari possibili per attenuare le difficoltà che incontrano gli imprenditori del nord in questo momento.

Cioè?
In particolare, l’accesso al credito. Un problema, al momento, che va a colpire il capitale circolante delle imprese. Manca il denaro per investire, e le banche non sono molto disposte a darne. Servono nuove soluzioni: si tratta allora di analizzare la situazione attuale, come primo punto, e vagliare le ipotesi sul campo. Tra queste, appunto, c’è la moneta locale. Una moneta complementare (e non sostitutiva) dell’euro. Da utilizzare all’interno di un raggio d’azione preciso, con lo scopo di attivare gli investimenti, aumentando la domanda.

Un meccanismo già presente in altre realtà.
Sì, come il wir svizzero, che come modello può funzionare. E appunto sarà una delle tematiche prese in esempio.

Però qui si parla di Lumbard, e a parlarne è proprio un leghista. Qualcosa di politico c’è.
È una questione sensibile, su cui è bene stare attenti. A proporre il convegno è la Regione Lombardia, non la Lega. Per quanto riguarda il tema, è chiaro che si tratta di un problema che gli elettori della Lega hanno sempre posto, ma su cui hanno trovato sempre risposte insoddisfacenti. Come, ad esempio, contro la delocalizzazione.

E allora si pensa a una moneta locale.
La moneta locale, essendo non sostitutiva di quella ufficiale, non propone modelli autarchici, ma un nuovo modo di interagire nel territorio. Senza chiusure localistiche, né progetti di fuga.

Convegno sulla moneta complementare regionale lombarda

SatelliteLa Regione Lombardia sta attivamente studiando la realizzazione di una  moneta complementare regionale lombarda, uno strumento istituzionale che dovrebbe venire incontro alle imprese del territorio lombardo paralizzate dal credit crunch.

In quest’ottica a Milano il 4 dicembre 2012 si è svolto il convegno “Nuove misure di supporto al capitale circolante –  Moneta complementare e financial supply chain: strumenti ed esperienze innovative a confronto” all’Auditorium del  Palazzo Lombardia, promosso dalla Regione Lombardia. Qui di seguito gli interventi del convegno.

Introduzione

Andrea Gibelli – Vicepresidente, Assessore all’Industria, Artigianato, Edilizia e Cooperazione di Regione Lombardia.

La moneta complementare come strumento di gestione del circolante

Prof. Massimo Amato – Università Bocconi

Esperienze a confronto: Sardex

Carlo Mancosu

Esperienze a confronto: Banca WIR

Yves Wellauer

La moneta municipale: una strada contro la stretta creditizia

di Massimo Amato, Linkiesta – 16/05/2012

Le imprese soffrono sempre più di una difficoltà di accesso al credito. Ieri, anche su questo giornale si è dato risalto al problema con un’infografica che mostra l’allungamento nei tempi di pagamento fra le imprese. Una possibile risposta può essere data da sistemi di compensazione fra imprese. Molti ne stanno sorgendo spontaneamente. Gli autori di questo blog stanno lavorando alla costituzione di un simile sistema presso la municipalità di Nantes, in Francia. Riportiamo qui di seguito un articolo, apparso su Arcipelagomilano, che ne descrive lo scopo e il funzionamento.

Un’unità di conto, legata all’euro da un rapporto fisso di uno a uno ma utilizzata solo per gestire una camera di compensazione multilaterale fra le imprese di un territorio: può apparire astruso ma in realtà non vi è nulla di più sensato in una situazione di crisi del credito come quella in cui versano le imprese da un anno a questa parte.
Proviamo a spiegarci. Ogni impresa può avere dei clienti solo se ha la possibilità di rifornirsi presso i propri fornitori, e quindi ogni impresa è al contempo potenzialmente creditrice e debitrice, rispettivamente verso i propri clienti e verso i propri fornitori. Ma precisamente questo è il senso della crisi del credito attuale. Molte imprese non riescono a evadere gli ordini che pure avrebbero perché il sistema bancario lesina loro la liquidità necessaria per acquistare materie prime e semilavorati e per pagare i lavoratori. Ma la cosa non si ferma qui. L’illiquidità di un’impresa porta con sé la crisi delle altre, a valle e a monte. I fornitori non forniscono, i clienti non hanno da comprare.
Certo, le imprese potrebbero farsi credito fra loro. E il sistema è noto: si firmano cambiali per le forniture e si paga a incasso fatto. Solo che in questo caso il debito è bilaterale, e ogni creditore deve aspettare che il suo debitore lo paghi, posto che a sua volta il debitore riesca a incassare dai suoi creditori. Se le cose stanno così, si può cominciare ad apprezzare il vantaggio connesso alla multilateralità. Se ogni creditore potesse immediatamente spendere il proprio credito presso i propri fornitori, quel credito si rivelerebbe eminentemente liquido, anzi diventerebbe proprio moneta.
È questo il senso di una camera di compensazione: i crediti sorti con i propri partner diventano crediti nei confronti della camera di compensazione e dunque sono immediatamente spendibili presso tutti gli altri aderenti alla camera di compensazione. La quale crea dunque liquidità per le imprese partecipanti. Una liquidità che esse possono utilizzare per pagarsi fra loro senza ricorrere a prestiti bancari. E che di fatto distruggono ogni volta che spendono i loro crediti. Con l’effetto di non alimentare spirali inflazionistiche. Il progetto che la città di Nantes sta attuando va precisamente in questa direzione. Una banca pubblica, il Crédit Municipal, offrirà alle imprese un servizio di pagamento in compensazione in moneta locale per tutte le transazioni sul territorio. Ogni impresa parteciperà alla camera di compensazione in ragione del suo coinvolgimento nell’economia locale.
Non solo le imprese si pagheranno fra loro, ma potranno anche utilizzare la moneta locale per la contrattazione di secondo livello con i lavoratori. Una parte dei salari potrà, infatti, essere pagata in moneta locale, con l’effetto di sostenere la domanda locale di beni locali e dunque di sostenere la capacità del sistema territoriale nantese di sostenere i livelli occupazionali. La domanda locale comprenderà anche un certo numero di servizi pubblici che il Comune di Nantes accetterà di fornire in moneta locale. E infine, una parte degli attivi in moneta locale potrà finanziare il terzo settore nantese, attraverso una politica di incentivi alle donazioni.
Quello di Nantes non è un semplice espediente locale, o peggio localista, per fare fronte alla crisi del credito. È il primo tentativo di mettere a punto su scala adeguata un modello di credito e di circolazione monetaria locale che potrebbe essere replicato in Francia, ma anche in Italia. L’interesse da parte degli amministratori pubblici innovativi sta crescendo. E nel frattempo i circuiti di credito in compensazione autogestiti vanno aumentando, senza nemmeno attendere la sponsorizzazione pubblica. Ma è bene che spontaneità della società civile e senso di responsabilità della classe politica s’incontrino. Una nuova possibilità può essere colta.

Massimo Amato

 

La moneta locale come moneta di scopo

Il prof. Tonino Perna alla Croce Verde di Viareggio nell’ottobre 2009, descrive la possibilità da parte di enti locali ed associazioni di cittadini, di emettere moneta locale come moneta complementare di scopo cioè da affiancare alla moneta globale per incentivare e promuovere l’economia locale della collettività. Quest’ultima a sua volta, dovrà fare tutti gli sforzi che riterrà necessari per raggiungere la necessaria sovranità alimentare ed energetica e riequilibrare al suo interno il controllo dei consumo e con esso le disparità sociali, che il modello imperante pre-crisi aveva teso nel suo incontrollato sviluppo, a divaricare.