Crowdfunding. Microfinanziandoci.

di Virginia Negro (https://pucherourbano.wordpress.com), 15 dicembre 2011

goteo

Abbiamo parlato del crowdsourcing, un nuovo modo di creare/ perfezionare un prodotto collettivamente.

Il crowdfunding si basa sullo stesso paradigma, questa volta però il banco chiama e in comune si mette il denaro, si investe cioè collettivamente in un progetto proposto da un singolo, o da una collettività, il cui fine può andare dalla ricerca scientifica al sostegno dell’arte, al giornalismo partecipativo.

Insomma il capitale è là fuori, tra parenti, amici, amici di amici, nel tam tam di face book, l’importante è saperci fare.  Chi meglio di un  italiano poteva elaborare l’equazione amici=capitale e inventarsi un luogo dove far incontrare donatori e progetti?

L’ informatico Alberto Falossi crea Kapipal, mette in valigia capital & pals e rima collaborazione con soluzione.  Qualcuno ci ha creduto, e pare che funzioni: Obama ha finanziato parte della sua campagna elettorale proprio con donazioni dei suoi elettori, il Louvre ha lanciato l’iniziativa Tous mecenes (tutti mecenati) per riuscire a comprare Le tre grazie di Carnach da un collezionista.

Complichiamo l’algoritmo, al neo-concetto di Kapipal aggiungiamo quello di pro comun (pro=provecho y comun=comune) eil capitale di rischio si trasforma in capitale di irrigazione (il gioco di parole in spagnolo è intraducibile : capital riesgo si trasforma in capital riego), il crowdfunding e il crowdsourcing si ibridano in un contenitore comune plasmato sia sul concetto di finanziamento collettivo che su quello di distribuzione collaborativa del lavoro. Perché l’algoritmo sia efficiente la piattaforma dovrà (far)investire in progetti che abbiano un ritorno collettivo, che generino cultura, innovazione, educazione dando nuova linfa alle risorse comuni. Perché l’algoritmo sia coerente anche la rete stessa dovrà essere “comune”, suscettibile di libero accesso e di ri-appropriazione da parte di qualunque xutente, in poche parole il codice deve essere aperto.  Questa libertà ricorsiva è garantita dalla licenza Creative commons che permette la condivisione di informazioni, conoscenze, processi e risultati. Contenuti digitali che si trasformano grazie all’uso dell’utente.

Il risultato è Goteo, un progetto aperto già nel suo Dna, di paternità attribuibile al collettivo Platoniq, che già si definisce come rete sociale di finanzi azione collettiva e collaborazione distributiva.

Goteo  rappresenta l’alternativa ( o il complemento) di finanzi azione dell’amministrazione pubblica e delle imprese private. La natura del sistema calza con le necessità del nuovo movimento sociale spagnolo nato e cresciuto positivo al virus del bene pubblico libero, che sia fisico, sovrasensibile o digitale.

Fin qui l’operazione sembra perfettamente riuscita, anche i risultati positivi e la realizzazione dei progetti sembrano confermare l’esattezza delle operazioni, la querelle sta però nella definizione stessa del progetto come l’alternativa ( o il complemento) di finanzi azione : forse un coefficiente da aggiungere ai nostri calcoli è la capacità di non dimenticare che il pubblico è un nostro diritto, e che dobbiamo non solo preservarlo e  seminarlo, prendendo coscienza della produttività del nostro essere cittadini ma anche continuare ad esigerlo goccia dopo goccia.

Solo per dare l’idea, tra gli ultimi progetti c’è Bookcamping: un archivio virtuale di libri online completamente gratuiti.

Spiegato dalla blogger Silvia Nanclares, da cui è partita l’idea.

Tu derecho a saber (clicca qui per vedere la video-presentazione del progetto), sarà una pgina web da cui poter richiedere informazioni su qualunque istituzione pubblica.

Virginia Negro