La Banca d’Inghilterra prende atto dell’esistenza delle monete locali

BrixtonPound2di Rob Hopkins

La scorsa settimana la Banca d’Inghilterra ha pubblicato un articolo nel suo bollettino trimestrale, accompagnato da un video, chiarendo quale sia lo status giuridico delle monete locali da loro considerato, e le questioni che sollevano per la Banca. La pubblicazione di questo rapporto segna un momento significativo nell’evoluzione delle monete locali. E’ anche molto probabilmente il primo documento ufficiale della Banca d’Inghilterra a contenere il termine “effetto di moltiplicazione locale”, che è motivo di celebrazione in sé. Inoltre stabilisce nero su bianco ciò che la Banca considera come status giuridico del Bristol Pound, del Brixton Pound e delle altre monete locali sia esistenti che in fase di pianificazione.

L’articolo intitolato “Banconote, monete locali ed obiettivi delle Banche Centrali” è scritto da Nona Nagvi e James Southgate della Divisione Banconote della Banca Centrale inglese. In questo breve video della Banca, Nagvi riassume l’articolo:

Per cominciare, chiariscono una volta per tutte quale sia esattamente lo status giuridico delle monete locali. Esse sono indicate avere:

“uno status legale simile a quello dei buoni (voucher)”

Poi continuano:

“Lo status giuridico di un buono è diverso da quello di una banconota, in quanto i buoni rappresentano un pre-pagamento di beni o servizi da un fornitore specifico (o gruppo di fornitori) e non danno giuridicamente diritto con il diritto di riscattare il buono. Mentre le monete locali possono avere più funzioni di un buono tradizionale fornito dai dettaglianti, esse non hanno la piena funzionalità di una banconota “.

Il rapporto è il risultato di una serie di incontri tra la Banca d’Inghilterra,  la New Economics Foundation (NEF) ed i rappresentanti di vari sistemi di moneta locale. Storicamente quando i sistemi di moneta locale, come quello austriaco di Worgl, prosperarono ed esplosero, il governo nazionale e le banche centrali li chiusero, temendo un impatto negativo sull’economia nazionale. Una parte delle ragioni del dialogo che ha portato alla pubblicazione di questo report è stata di voler evitare la ripetizione di una cosa del genere in futuro.

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Rob Hopkins mostra la sua collezione di monete locali di fronte alla stazione di Worgl in Austria

Tony Greenham della NEF mi ha detto:

“E’ stato molto incoraggiante, perché hanno lavorato in un modo molto aperto. La sensazione era che ora volevano veramente capire cosa fossero i sistemi di moneta locale e definire i metodi appropriati per regolamentarli. Penso che sarebbe giusto dire che sono partiti con scetticismo, vedendoli come un potenziale ostacolo all’efficienza, ed hanno finito per capire l’impatto positivo che dei sistemi ben gestiti possono avere”.

Un aspetto interessante del rapporto è che è stato scritto dalla Divisione Banconote della Banca Centrale, piuttosto che da un reparto con un mandato più ampio nell’ambito della politica economica, per cui gran parte della relazione è focalizzata sulle banconote cartacee. Tuttavia, tali sistemi, in particolare il Bristol Pound e il Brixton Pound, ora fanno uso di programmi innovativi Pay-by-Text (NdT: pagamento via sms), che sono menzionati nel rapporto solo di passaggio. Ciò risulta strano, vista la relativamente piccola quantità di banconote cartacee in sterline utilizzate ai nostri tempi, a confronto con quella in pagamenti online, carte di credito e così via.

La speranza è che questa relazione, secondo Greenham, abbia spinto la Banca verso il tipo di cambiamento che sta accadendo in Brasile. Lì, le banche comunitarie stanno facendo prestiti di microcredito per le comunità povere nelle favelas, con una quota del finanziamento in moneta locale, come un modo di stimolare e sostenere lo sviluppo economico locale. La prima banca ad adottare questo approccio è stata Banco Palmas. Inizialmente il governo nazionale ha cercato di chiudere la banca, ma da allora c’è stata una svolta importante sulla questione ed è stato introdotto un regime normativo per regolamentare esperienze come questa e sostenerle attivamente. Sebbene il rapporto della Banca d’Inghilterra rapporto è solo un primo passo, la speranza è che la Banca d’Inghilterra possa, nel tempo, passare ad una posizione simile.

George Ferguson (destra), il sindaco di  Bristol, che prende il suo stipendio interamente in Bristol Pounds.

George Ferguson (destra), il sindaco di Bristol, che prende il suo stipendio interamente in Bristol Pounds.

Con una serie di nuove città, come Oxford , Kingston e Crystal Palace pronte a seguirne l’esempio, quali sono le preoccupazioni che restano se questi sistemi continuano a crescere ed a decollare davvero? E’ chiaro che l’obiettivo principale della Banca centrale è “la necessità di mantenere la fiducia nella moneta fisica (sterlina)”. Essa afferma che al momento tutti i sistemi di moneta locale sono relativamente piccoli, come viene evidenziato nella tabella piuttosto divertente qui di seguito (abbiamo un modo per raggiungere ancora più persone):

NdT: Traduzione della tabella presente nella relazione della Banca d'Inghilterra

NdT: Traduzione della tabella presente nella relazione della Banca d’Inghilterra

Da ciò concludono che:

“Viste le dimensioni, la struttura e le modalità di emissione dei sistemi esistenti di monete locali,  è improbabile che essi rappresentino un rischio per gli obiettivi di stabilità finanziaria monetaria della Banca”.

Tuttavia delineano anche alcune delle loro potenziali preoccupazioni. La prima è che i timori che circondano l’autenticità delle banconote in moneta locale potrebbe “estendersi a ridurre la fiducia nelle banconote emesse dalla  Banca d’Inghilterra”, anche se si nota che il livello di attenzione rivolta al design ed alle caratteristiche di sicurezza le rendono nettamente diverse dalle sterline e difficili da contraffare. Scrivono:

“La preoccupazione è che un attacco di contraffazione di successo su un sistema di buoni di moneta locale potrebbe generare un effetto di ricaduta che potrebbe ridurre la fiducia negli strumenti fisici ufficiali, come le banconote”.

Al momento, i sistemi sono abbastanza piccoli e le banconote sufficientemente riconoscibili e distinte da quelle di  corso legale, che come si è visto non è il  problema. Tale netta differenza tra banconote ufficiali e locali si riassume cosi, quando scrivono:

“Il disegno delle loro (banconote in moneta locale) devono differire da quello della Banca d’Inghilterra e S&NI (Scozia e Irlanda del Nord) per evitare di oltrepassare il Forgery and Counterfitting Act 1981”.

Il secondo è il timore ragionevole che un grande sistema di moneta locale possa fallire, e se le persone fossero dipendenti da esso come sistema di pagamento, ciò potrebbe “portare ad una riduzione dell’accesso ai servizi di pagamento”. Si ipotizza che, se uno di questi sistemi crollasse potrebbe “innescare una corsa sugli altri”. Per ora, però, la Banca è sufficientemente fiduciosa che l’intercambio uno-a-uno di questi sistemi con la sterlina, almeno in parte, mitighi il rischio.

flowchart

Schema utile dal rapporto che distingue la differenza tra come le monete locali e nazionali circolano.

Osservano inoltre che “gli utenti non beneficiano dello stesso livello di protezione in quanto titolari di banconote”. Questo è vero. Se, per esempio, nel sistema del Bristol Pound fossero clamorosamente mal gestite e spese male le sterline su cui attualmente si sostiene il sistema, le persone non sarebbero in grado di riscattare i loro buoni per sterline se volessero. La preoccupazione della Banca è che in tali circostanze la gente potrebbe avere nei confronti della Banca centrale “un’errata aspettativa di compenso da parte della Banca in caso di fallimento di un sistema di moneta locale”. Suggeriscono quindi che i sistemi di moneta locale rendano esplicito questo aspetto nei loro termini e condizioni. Essi hanno anche inserito la loro posizione su questo in una serie di domande frequenti sul loro sito web.

La Banca ha ancora un modo tutto suo di comprendere il funzionamento delle monete locali. Alcuni aspetti di esse davvero non li capiscono. Scrivono infatti:

“In linea di principio, le monete locali potrebbero influenzare l’orientamento della politica monetaria, se l’importo complessivo della spesa nel sistema economico e quindi la pressione sul livello dei prezzi, come evidenziata dall’indice dei prezzi al consumo, venisse influenzata dai sistemi di moneta locale. Ciò potrebbe accadere, ad esempio, se l’effetto netto dei moltiplicatori locali dovesse far aumentare significativamente l’attività economica, o, d’altra parte, se la riduzione degli scambi con i fornitori non-locali facesse diventare i partecipanti al sistema di moneta locale  meno competitivi, con il risultato di avere significanti minori livelli di attività economica a livello macroeconomico”.

Ma il punto è che le monete locali, non devono febbrilmente far aumentare l’attività economica e spingere verso l’alto l’inflazione. Esse sono generalmente introdotte al fine di aumentare la produzione locale, e di consentire l’utilizzo di risorse locali che la sterlina non è così efficace a consentire.  Implementare un sistema del genere significa anche preoccuparsi per l’efficienza, che i produttori locali non siano efficaci quanto i produttori su larga scala. Ma l’intero pensiero che è alla base delle monete locali è che il motivo principale per cui un grande distributore come Amazon è più ‘efficiente’ è perché sono esclusi i costi ambientali e sociali e che invece inbrixtonpoundleaflet un economia locale è molto meno probabile che sia così.

Il rapporto offre una panoramica affascinante e molto utile delle monete locali. Se dovessi prendermi la libertà di riassumere, io direi che offre un supporto un pò nervoso alla nozione di monete locali, riconosce che per il momento è tutto un pò ipotetico data la dimensione dei sistemi, e solleva poche obiezioni valide, ma piuttosto inverosimili che non solo non stanno per accadere ma che si basano su un fraintendimento del processo di localizzazione intenzionale.

Questa è la valutazione di Tony Greenham di questo rapporto: “è una cosa molto positiva che la Banca si avvicini con una mente aperta. Sono abbastanza soddisfatto, anche se direi che la Banca deve ancora cogliere davvero il potenziale positivo delle monete locali”. E’ certamente un affascinante lavoro. Personalmente, voglio vedere cosa diranno quando le monete locali saranno diventate molto più diffuse e di uso comune, e da quel momento alla Banca d’Inghilterra saranno entusiasti e felici per il loro potenziale, come possiamo vedere oggi in Brasile.